Dalla pelle alle note, dalle scarpe alla musica. Chissà se esiste un’attinenza tra calzatura e jazz. Di certo, i punti in comune non mancano: la propensione artistica/artigianale, l’abile uso delle mani, la precisione, la creatività. Doriano Marcucci, 59 anni, è l’artigiano della scarpa sotto le stelle del jazz. Ha, creato il suo laboratorio partendo da un locale nel centro storico di Montegranaro (Fermo) che ospitava una storica bottega. Ha impiegato tempo e denaro per allestirla minuziosamente con macchine, attrezzi e curandola in ogni minimo particolare. Oggi è diventata il suo atelier, un luogo contraddistinto dal classico odore di pelle e dove il tempo sembra essersi fermato. A suon di riconoscimenti e (anche) di musica.
Il maestro Testella, i riconoscimenti
Come hai appreso l’arte del realizzare calzature interamente fatte a mano?
Fin da giovane sono stato sempre curioso. Ero assetato di conoscenze e quando andavo in giro osservavo bene e chiedevo informazioni. E poi ho sempre avuto lo stimolo di migliorarmi. Ho perfezionato le varie tecniche di lavorazione della calzatura anche grazie agli insegnamenti del grande maestro Basilio Testella, in arte Vasì. Con lui è nata una splendida amicizia durata due anni, dal 2008 al 2010. Molti non lo conosceranno, ma tutte le griffe di oggi hanno almeno un collaboratore che si è formato nella bottega di Basilio.
Dal 2010 sono arrivati premi e notorietà…
Tra i riconoscimenti più importanti c’è quello del 2015, quando sono stato premiato a Montecitorio per essere stato inserito tra le 100 Eccellenze Italiane. Nel gennaio di quest’anno ho ricevuto il Premio 100 Ambasciatori Nazionali. Poi: diverse interviste per la Rai, tra cui quella condotta da Pippo Baudo. In ne, ho realizzato le scarpe per Papa Benedetto XVI, per Giorgio Napolitano e tanti altri.
Emozioni e cambiamenti
Cosa hai ricevuto da tutto questo?
Visibilità ed emozione. Per esempio, essere premiato a Montecitorio mi ha riempito di orgoglio e soddisfazione.
Come è cambiata la tua attività dal 2010 ad oggi?
È cambiato soprattutto il commercio. Dopo la crisi del 2008 ho fatto una grande selezione dei clienti. E oggi devi stare molto più attento perché in giro sono aumentati i truffaldini.
La produzione è diversa?
Dal 2010 ho migliorato la qualità del prodotto. Ma anche la qualità della mia vita. In passato trascorrevo molto più tempo nel mio laboratorio, in media 12-14 ore. E ci ho passato anche qualche nottata. Oggi nel laboratorio ci passo circa 10-11 ore e con ritmi lavorativi meno serrati.
Produzione e curiosità
Quanto tempo impieghi per realizzare un paio di scarpe?
Così come il prezzo, dipende dal tipo di lavorazione. Se le scarpe sono fatte completamente a mano impiego anche 15 giorni. Poi le calzature rimangono altre 2 settimane nelle forme.
Qual è la fase di lavorazione più difficile?
Ci sono 52 passaggi e ogni passaggio è un mestiere. Ho detto tutto.
Hai ricevuto richieste particolari dai tuoi committenti?
Diverse. La più particolare mi ha portato alla realizzazione di una scarpa gioiello cucita in oro che ora è custodita in una collezione privata all’estero.
Quali sono le difficoltà che incontri oggi nel tuo lavoro?
Reperire materiali capaci di soddisfare le mie esigenze qualitative.
La scelta artigianale
Perché hai lavorato sempre da solo e non hai mai pensato a una espansione della tua attività?
Perché sono un artigiano e non un imprenditore. È stata una scelta di vita che non rimpiango affatto.
Cosa chiedi al tuo mestiere?
Mi piacerebbe insegnare. Ho ricevuto più chiamate dall’estero che dall’Italia. E quelle dall’Italia prevedevano un compenso ridicolo. Anche da questo si vede la scarsa importanza che viene data in Italia alle abilità manuali. Magari un giorno creerò la mia scuola, sarebbe un sogno.
Sotto le stelle del jazz
Oltre alle scarpe nella tua vita c’è la musica, visto che ti esibisci in pubblico…
La musica è la mia grande passione. Suono la chitarra (stile bossa nova), ma anche il trombone e le percussioni.
Ti piace di più suonare o realizzare scarpe?
Sono due attività completamente diverse, ma hanno molte cose in comune. Sono entrambe difficili e per riuscire ci vuole impegno, dedizione e passione. Direi piuttosto che la musica stimola la creatività e mi aiuta ad essere più ispirato. Quando voglio prendermi una pausa e rilassarmi, suono qualcosa per poi proseguire nel mio lavoro. (mv)